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Sanità e Regole

a cura di Ing. Roberto Anzanello
Ufficio Studi ANSI

Il nostro Paese ha creato, sviluppato e gestito un modello sanitario articolato e funzionale, che ci viene invidiato da buona parte del mondo, ove il diritto alla salute dei cittadini, sancito dalla nostra Costituzione, viene garantito attraverso un sistema di equilibri economici, regolamentari ed operativi tra i tre pilastri che sostengono il modello e cioè la Sanità Pubblica, la Sanità Integrativa e la Sanità Privata.

La visone politica prospettica, che trae le sue fondamenta dall’idea fondata sulle basi dello stato sociale, unitamente alla capacità legislativa, che in oltre 50 anni ha delineato un percorso atto a confermare il modello a tre pilastri, supportate da un progettazione operativa, che ha sempre seguito pedissequamente la strada delineata, hanno consentito in Italia, anche se con qualche difficoltà, di perseguire gli obbiettivi di equilibrio, eticità, diritto sociale, mutualità che ogni sistema sanitario dovrebbe avere.

Anche lo tsunami portato dalla pandemia Covid 19 non ha scalfito, se non in superfice, la solidità del Sistema Sanitario italiano in termini di capacità di accogliere, assistere, curare e, molto spesso, guarire, i propri cittadini e i nuovi vettori sociali, quali l’invecchiamento della popolazione, l’ampliamento della scienza medica e lo sviluppo della tecnologia sanitaria, non potranno mettere in crisi tale sistema se saremo capaci di preservarne le regole fondanti.

I 169 miliardi di euro di spesa sanitaria del 2022 trovano la loro collocazione per 129 miliardi nella spesa sanitaria pubblica ed in 40 miliardi nella spesa a carico dei cittadini, di cui di questi ultimi circa 6 miliardi gestiti attraverso la Sanita Integrativa e la Sanità Privata e questo dato, già di per se stesso, ci indica come debba essere ridotta la forbice tra spesa a carico dei cittadini e spesa intermediata dagli Enti di Sanità Integrativa, non potendo lo stato investire ancora se non mettendo a rischio la stabilità finanziaria del paese.

La spesa di 129 miliardi per la Sanità Pubblica è gestita attraverso diverse regole determinate dalla nascita nel 1978 del Servizio Sanitario Nazionale e poi orientate a trasferire alle Regioni molte responsabilità in termini di gestione delle tematiche sanitarie, in un modello di stato sociale organizzato per fasce di reddito, che ha consentito di garantire prestazioni adeguate a tutti i cittadini, ma principalmente alle fasce più deboli della popolazione.

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