A cura di Luciano Dragonetti
In collaborazione con lo Studio Peritale Scarpignato
Fonti:
- Legge n. 3818 del 15 aprile 1886
- Lgs. 229/1999
- L. 179 del 18 ottobre 2012
ORIGINI
Le Società di mutuo soccorso prendono le mosse dalle corporazioni di artigianato e di commercio affermatesi in Europa in epoca medioevale, aventi ad oggetto la tutela delle categorie operaie, artigiane e commerciali.
Diffusesi a partire dal XVI secolo come congregazioni di assistenza volontaria, alloggiate in ricoveri, ospedali ed ospizi per poveri e pellegrini gestiti principalmente da religiosi, con l’affermazione del pensiero laico le società di mutuo soccorso assumono progressivamente la connotazione che, a partire dalla seconda metà del Settecento, manterranno per oltre un secolo.
Il loro mandato si esplicita attraverso la creazione di un fondo comune tramite il versamento di una quota equamente ripartita tra gli iscritti, finalizzato a promuovere obiettivi sociali e culturali (con particolare riferimento all’istruzione scolastica) e ad attenuare, in caso di necessità, i disagi patiti dagli aderenti a motivo di infortuni sul lavoro, malattia o indigenza.
Tra le prime associazioni sorte in Italia figurano nel 1738 a Torino una Unione pia tipografica e a Venezia una società di mutuo soccorso fra compositori. Quarant’anni più tardi l’Accademia delle scienze di Torino approva la creazione di una cassa alimentata dai contributi dei proprietari e degli operai delle industrie tessili, destinata a provvedere alle esigenze primarie dei dipendenti indigenti nei momenti di carenza di lavoro.
L’affermarsi della Rivoluzione industriale vede crescere, a ritmi mai sperimentati in passato, l’impiego di personale nei settori meccanico e manifatturiero; a partire dalla metà dell’Ottocento fioriscono nei paesi più sviluppati del continente europeo sodalizi tra operai e braccianti, finalizzati a sopperire, con opere di solidarietà, all’inadeguatezza dei servizi assistenziali statali.
In Italia il fenomeno della mutualità trova terreno fertile nel Piemonte sabaudo con la creazione di associazioni che, valendosi dei diritti previsti dal nuovo regime costituzionale elargito da Carlo Alberto nel 1848, sanciscono la caduta del sistema corporativo sopravvissuto per secoli.
Nel 1851 vede la luce a Torino l’Associazione generale degli operai, alla quale faranno seguito unioni di lavoratori appartenenti a differenti settori merceologici ed industriali.
Due anni più tardi è istituita nella capitale sabauda la Società d’istruzione, di educazione, di mutuo soccorso e di beneficenza fra gli insegnanti del Regno, mentre nel 1854 nasce a Genova la prima società operaia cattolica italiana, la Compagnia di San Giovanni Battista.
L’EVOLUZIONE DEL SISTEMA
L’avvento dell’epoca delle campagne per l’indipendenza italiana (1848-1861) favorisce il diffondersi nel nord Italia di numerosi sodalizi tra patrioti e combattenti. Principali icone di questo movimento sono Giuseppe Garibaldi e Giuseppe Mazzini, sotto la cui egida si moltiplicano le sottoscrizioni per la raccolta fondi in favore di iniziative patriottiche e a sostegno dei volontari impegnati nelle campagne militari e delle loro famiglie.