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L’adeguatezza delle società di Mutuo Soccorso dopo la riforma “Crescita Bis”

I quaderni ANSI.

La società di mutuo soccorso è stata storicamente concepita come lo strumento giuridico per  garantire ai soci (e alle loro famiglie) un sussidio al verificarsi di particolari eventi. A seguito di tali  recenti esperienze operative, le società di mutuo soccorso sono andate via via assumendo un ruolo
di primo piano nella creazione di forme di previdenza e assistenza volontarie in caso di malattia,  invalidità lavorativa temporanea o permanente, vecchiaia e nello svolgimento di attività a carattere culturale e genericamente assistenziale, provvedendo direttamente al pagamento a favore degli iscritti. Di qui, l’esigenza di mettere mano alla legge istitutiva di tale forma giuridica che, come da tempo lamentavano gli operatori, si presentava piena di lacune e, quindi, considerati i dubbi interpretativi e i vuoti legislativi venutisi a creare nel tempo, con l’abrogazione di norme collegate alla legge n. 3818/1886, non adeguatamente sostituite con altre disposizioni, il legislatore si pone come obiettivo primario, di colmare, modificando quindi gli artt. 1,2,3,8 sulla legge 3818/1886 intervenendo con il Dlgs 179/2012 (cd. Crescita Bis) e l’ introduzione dell’Art. 23.

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Il socio deve impegnarsi a rispettare ed osservare le disposizioni dello Statuto, i regolamenti e le deliberazioni assunte dall’ANSI.

Inoltre, in virtù della significativa appartenenza all’Associazione, ciascuno dei soci deve inoltre uniformare la sua condotta allo spirito associativo nonché alla dignità ed alla serietà professionale e tecnica.

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